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La dottoressa Racca presenterà al congresso ESHRE uno studio sulla dose ideale di FSH durante la fecondazione in vitro

09-07-2024

La dottoressa Racca presenterà al congresso ESHRE uno studio sulla dose ideale di FSH durante la fecondazione in vitro

I risultati suggeriscono che l’uso di una dose inferiore di FSH durante la stimolazione ovarica nella FIV potrebbe migliorare i tassi di successo.

L’ESHRE ha selezionato questo studio come presentazione orale al congresso che si terrà dal 7 al 10 luglio.

La Società Europea di Riproduzione Umana ed Embriologia (ESHRE) ha selezionato uno studio guidato dalla dott.ssa Annalisa Racca, coordinatrice medica dell’Instituto Bernabeu Venecia, che analizza la dose di FSH da utilizzare durante il processo di fecondazione in vitro (FIV), come presentazione orale per il congresso che si terrà dal 7 al 10 luglio.

L’FSH (ormone follicolo-stimolante) viene utilizzato durante la stimolazione ovarica nella FIV, un fattore cruciale per lo sviluppo degli ovuli che può anche indurre un aumento dei livelli sierici di progesterone, una situazione associata a bassi tassi di gravidanza.

“La FIV ha aiutato migliaia di coppie a realizzare il loro sogno di avere un figlio, ma c’è ancora spazio per migliorare le percentuali di successo e la medicina personalizzata è il modo per raggiungere questo obiettivo”, afferma la dott.ssa Racca. “Il nostro studio mira a ottimizzare la dose di FSH per ogni paziente, personalizzando il trattamento e massimizzando le possibilità di successo”, aggiunge.

Lo studio, un trial multicentrico randomizzato e controllato, ha incluso donne sottoposte a FIV e le ha divise in tre gruppi. Ogni gruppo ha ricevuto un diverso protocollo di stimolazione ovarica con diverse dosi di FSH. I ricercatori hanno misurato i livelli di progesterone, il numero di ovuli recuperati, i tassi di gravidanza e la necessità di congelare gli embrioni.

I risultati hanno mostrato che le donne del gruppo con la dose più bassa di FSH avevano livelli medi di progesterone più bassi al momento dell’ovulazione, rispetto ai gruppi che ricevevano dosi più elevate di FSH. Il numero di ovuli recuperati era simile in tutti i gruppi.

“Questi risultati suggeriscono che l’uso di una dose più bassa di FSH durante la fase finale della stimolazione ovarica nella FIV può aiutare a controllare i livelli di progesterone, il che potrebbe portare a un maggior numero di trasferimenti di embrioni freschi e a tassi di gravidanza più elevati”, spiega la ricercatrice, certa che “questi risultati sono molto promettenti e potrebbero avere un impatto significativo sul campo della riproduzione assistita”. 

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