L’Instituto Bernabeu studia le alterazioni cromosomiche in donne molto giovani

L’età materna avanzata è il principale fattore responsabile delle alterazioni cromosomiche o aneuploidie dell’embrione, causando problemi durante la gravidanza ed elevati tassi di aborto. E la maggior parte delle donne che si recano presso una clinica di riproduzione assistita hanno un’età alquanto avanzata. Per dar un passo in più, una ricerca dell’Instituto Bernabeu ha scoperto che gli embrioni delle donne molto giovani, al di sotto dei 20 anni, presentano un elevato rischio di aneuploidie o alterazioni cromosomiche, causando un elevato tasso di aborto. È stata la conclusione a cui è giunto uno studio presentato durante il IX Congresso ASEBIR (Associazione per lo Studio della Biologia della Riproduzione) dal 15 al 17 ottobre a Madrid.

La ricerca coordinata dalla direttrice del Dipartimento di Biologia Molecolare e Genetica, la dottoressa Belén Lledó, ha analizzato il tasso di aborti in pazienti al di sotto dei 20 anni e il tasso di aneuploidie in donne al di sotto dei 30 anni dopo aver sottoposto gli embrioni a CCS (screening cromosomico completo), una tecnica che permette di sapere se l’embrione presenta anomalie cromosomiche.

L’analisi tra le donne più giovani dimostra che la percentuale maggiore di aneuploidie si trova tra le donne di 21 anni e un maggior tasso di aborto tra le pazienti al di sotto dei 20 anni. Ma è minore dai 22 ai 25 anni.

L’età materna avanzata è associata all’aumento del tasso di aneuploidie embrionali che rendono difficile la gravidanza e sono causa di aborti. Nell’analisi dei risultati del CCS, il maggior tasso di alterazioni cromosomiche si produce nelle donne di 43 anni tra cui le aneuploidie sono presenti nell’83% dei casi.

I ricercatori dell’Instituto Bernabeu sottolineano che l’uso del CCS permette di selezionare e trasferire embrioni privi di alterazioni cromosomiche in pazienti a rischio e di migliorare il tasso di successo nei cicli di riproduzione assistita.

Las mujeres muy jóvenes poseen un alto riesgo de aneuploidías embrionarias. 

B. Lledó, J. Guerrero, J. Ll. Aparicio, J.A. Ortiz, R. Morales, E. García-Hernández, R. Bernabeu. Póster