Bassa riserva ovarica: tecnica più affidabile per diagnosticarla
Considerando che le donne producono i propri ovociti prima della nascita e li perdono progressivamente con il passare del tempo fino all’esaurimento completo con l’arrivo della menopausa, il concetto di riserva ovarica si riferisce agli ovociti presenti nelle ovaie della donna in un determinato momento.
L’analisi della riserva ovarica è particolarmente interessante perché ogni donna perde gli ovuli ad un ritmo diverso, per cui donne della stessa età possono avere una riserva ovarica differente. Questo spiega la variabilità dell’età della menopausa da una donna all’altra.
Per determinare la riserva ovarica di una donna in un momento determinato abbiamo sviluppato marcatori sempre più affidabili. Attualmente i due biomarcatori più corretti che permettono di conoscere la riserva ovarica di una donna sono l’ Ormone antimulleriano (AMH) e il Conteggio di follicoli antrali (RFA).
L’AMH è una sostanza che si produce all’interno dell’ovaia quando iniziano a svilupparsi i follicoli. È una misura abbastanza costante e legata alla quantità di ovuli presenti nelle ovaie. Le tecniche che utilizziamo attualmente si basano su modalità automatiche di gran precisione.
Il metodo RFA avviene mediante ecografia. Consiste nel conteggio dei follicoli in sviluppo e coincide in modo preciso con la quantità di ovociti restanti in entrambe le ovaie. Con un buon trasduttore ecografico il ginecologo è in grado di valutare la riserva ovarica durante la visita.
Attualmente siamo quindi in grado di ottenere una valutazione piuttosto esatto della riserva ovarica in modo rapido ed economico per poter prendere le decisioni corrette e personalizzate dei trattamenti.
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